“Perche’ Non Parla?” Progetto di Screening sullo Sviluppo del Linguaggio e della Comunicazione di Monica Di Clemente


“Se il bambino vive in un ambiente dove ode poche parole
o linguaggio dialettale, userà soltanto quelle parole;
ma se vive in un ambiente dal linguaggio colto
e dal ricco vocabolario,
il bambino potrà fissarlo tutto in se stesso.
L’ambiente ha dunque una grande importanza”.
(M. M., “La Mente del Bambino”, 1949)

Riassunto:
Il progetto di Screening sullo sviluppo del linguaggio verbale e della comunicazione ideato, promosso e condotto dal Consultorio Familiare A.Ge di Ortona anche grazie al contributo concesso dalla Società ASPM Commerciale Srl di Soresina (CR), ha preso avvio dal mese di Gennaio 2017, per la fase di puntualizzazione progettuale e pubblicizzazione a livello territoriale, per diventare attivo, presso le strutture educative individuate, da Marzo 2017 e conclusosi tra Luglio/Agosto 2017. Rappresenta la prima iniziativa locale d’intervento per il contrasto ai disturbi linguistico-comunicativi, in un’ottica di prevenzione attuata nella fascia d’età 8-36 mesi, in collaborazione con i Servizi della Prima Infanzia del Comune di Ortona (Nido “A. Gramsci” e Cipì – Centro Integrativo Prima Infanzia della Biblioteca Comunale).
Parole Chiave: progetto pilota, prevenzione disturbi del linguaggio e della comunicazione, prima infanzia, esperienza consultoriale.

Abstract: “Why do not Speak?” Screening Project on Language Development and Communication
The Screening project on the development of verbal language and communication developed, promoted and conducted by the Ortona’s A.Ge Family Consultory also thanks to the contribution granted by ASPM Commercial Srl Company of Soresina (CR), has been launched since January 2017, for the phase of planning clarification and advertising at the local level, to become active, at the educational facilities identified, from March 2017 and concluded between July/August 2017. It represents the first local intervention initiative for contrasting language-communicative disorders, in the context of prevention implemented in the age group of 8-36 months, in collaboration with the First Childhood Services of the Municipality of Ortona (Nursery “A. Gramsci” and Cipì – Early Childhood Integrative Center of the Municipal Library).
Key words: pilot project, prevention of language and communication disorders, early childhood, consulting experience.

Negli ultimi anni si è molto scritto e parlato del progressivo aumento, fin dai primi anni di vita, di disturbi legati al linguaggio ed alla comunicazione, in generale.
In Italia, sono ben noti i rischi sanitari, sociali ed economici che essi determinano e determineranno, ancora di più, in futuro.
Su questo tema sono stati realizzati molti Congressi, pubblicati innumerevoli articoli e libri , attuate molteplici iniziative da parte delle Società Scientifiche e del Ministero della Salute, rivolte alla sensibilizzazione di pediatri e genitori.
Si è ritenuto, dunque, per responsabilità culturale e professionale, che fosse maturato il tempo per passare dalla sensibilizzazione all’azione concreta: è stato ideato, così, il Progetto “Perché non parla?”, promosso e condotto dal Consultorio Familiare A.Ge di Ortona (Ch), avviato nel Gennaio 2017, per la fase di sensibilizzazione a livello territoriale e definizione progettuale, per poi attivarsi, effettivamente, da Marzo 2017 e concluso tra Luglio/Agosto 2017, in collaborazione con i Servizi della Prima Infanzia del Comune di Ortona (Nido “A. Gramsci” e Cipì – Centro Integrativo Prima Infanzia della Biblioteca Comunale), grazie anche al contributo concesso dalla Società ASPM Commerciale Srl di Soresina (CR).
Si tratta di un PROGETTO DI SCREENING SULLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO VERBALE E DELLA COMUNICAZIONE, RIVOLTO AI/ALLE BAMBINI/E DI ETÀ COMPRESA TRA GLI 8 ED I 36 MESI, frequentanti i servizi sopra menzionati, all’epoca.
Il progetto che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Ortona, si è proposto di andare al di là delle pur lodevoli iniziative di singoli o di gruppi isolati ed ha previsto anche il coinvolgimento dei pediatri, ciascuno per quanto compete nella propria attività lavorativa, nell’ambito di un’azione sinergica sul territorio locale.
L’attività di screening si è svolta utilizzando strumenti tarati tratti dalla versione italiana del MACARTHUR BATES-Communicative Development Inventories-MB-CDI , approvato in ambito scientifico, a livello internazionale e già utilizzato in numerosissimi contesti clinici e di ricerca, quali Università, Ospedali Pediatrici, luoghi educativi in generale: è stato, così, possibile ottenere informazioni valide sull’evoluzione delle competenze comunicative e linguistiche dei bambini, riguardanti il VOCABOLARIO (in comprensione ed in produzione), la COSTRUZIONE DELLE PRIME FRASI, il GIOCO SIMBOLICO e l’USO DEI GESTI .
Il questionario è suddiviso in due schede:
1. Scheda “Gesti e parole” (dagli 8 ai 17 mesi);
2. Scheda “Parole e frasi” (dai 18 ai 36 mesi).
Entrambe le schede comprendono, nell’ultima pagina, una breve parte informativa relativa alla storia del/la bambino/a e della famiglia. Ai genitori interessati è stato chiesto, quindi, di osservare, per qualche giorno, i comportamenti comunicativi dei propri bambini, prima di procedere alla compilazione delle schede.
È stato raccomandato, però, di non impiegare più di una settimana tra l’inizio ed il termine della compilazione perché le risposte, essendo correlate al veloce sviluppo esperienziale dei bambini, avrebbero potuto facilmente variare, anche nell’arco di pochi giorni.
Oltre ai genitori, è stato previsto il coinvolgimento professionale degli educatori/operatori di riferimento dei servizi coinvolti nel progetto che, attraverso l’osservazione diretta in un contesto educativo diverso da quello familiare e successiva compilazione del questionario nella forma breve, hanno contribuito nell’ottenere risultati comparativi di valutazione, più oggettivi.
Nell’opuscolo informativo consegnato ai genitori, venivano illustrati/suggeriti alcuni comportamenti da mettere in atto, nell’interazione comunicativa con i figli, già validati da studi logopedici specifici ma non solo, riportati nella letteratura scientifica in materia di educazione alla comunicazione: è ragionevole prevedere che se essi sono attuati in una sequenza temporale che ricalca i bilanci di sviluppo dei bambini, possano determinare un incremento dell’efficacia complessiva dell’azione di prevenzione che s’intende promuovere, contribuendo al miglioramento dello stile di vita e del comportamento educativo-comunicativo dell’intera famiglia.

L’intento primario è stato quello di partire con tale progetto pilota per coinvolgere, in un futuro prossimo, ancora più famiglie ed incrementare la fascia d’utenza (bambini cosiddetti “anticipatari” delle Scuole dell’Infanzia), rendendolo continuativo e ciclicamente ripetibile.

Il progetto “Perché non parla?”, di fatto, ha rappresentato la prima iniziativa locale d’intervento per il contrasto ai disturbi linguistico-comunicativi, in un’ottica di prevenzione attuata nella fascia d’età 8-36 mesi.

Al termine del progetto previsto, indicativamente, per la fine dell’Anno Educativo (2016/2017), i dati raccolti sono stati studiati/rielaborati e classificati al fine di ottenere una “fotografia” dello sviluppo evolutivo della comunicazione e del linguaggio di ciascun bambino coinvolto, tenendo anche conto e mettendo in relazione gli stessi dati ottenuti dall’indagine consultoriale con le statistiche ed i risultati già esistenti, derivati da contesti di studio similari.
Per tutti i bambini che hanno aderito (tramite specifico modulo sottoscritto dal genitore, a seguito di riunioni informative sul progetto) è stato organizzato, infine, un incontro con la famiglia (chiamato “di restituzione finale”), c/o il Consultorio Familiare A.Ge, con l’obiettivo d’informare i genitori dei risultati ottenuti dall’indagine condotta, confrontando insieme ciò che è emerso dal questionario completo (compilato dai genitori, appunto, frutto di un’osservazione sicuramente soggettiva/emotivamente implicata, nel contesto educativo familiare) con ciò che è emerso da quello breve (compilato dalle educatrici/operatrici di riferimento, frutto di un’osservazione più “tecnica”/oggettiva nel contesto educativo del Nido o del Cipì) e fornire suggerimenti finalizzati al potenziamento dello sviluppo linguistico nei bambini di età compresa tra gli 8 ed i 36 mesi che, come già spiegato, risulta fortemente dinamico e soggetto a repentine modifiche ed a miglioramenti.
Per i profili cosiddetti “a rischio” il colloquio è stato più “intenso” ed ha previsto anche, lì dove è stato possibile, l’osservazione diretta del/la bambino/a in Consultorio e la formulazione di domande anamnestiche di approfondimento rivolte ai genitori. La logopedista, inoltre, ha suggerito ai genitori interessati di ripetere il questionario di lì a 6 mesi, per valutare, una volta esaminati insieme i risultati, se attivare un percorso diagnostico.
In tutti i colloqui di restituzione, invece, la logopedista ha esposto i danni della suzione protratta (nella maggior parte dei casi, utilizzo di “ciuccio”, biberon e succhiotti di forma e materiale non congruenti con la bocca del bambino, tuttavia presenti in commercio), portando a conoscenza i genitori dell’esistenza di dispositivi di transizione per affrontare un passaggio sereno dal biberon alla tazza e non solo. Tali danni riguardano l’autonomia affettiva dei bambini, la crescita e lo sviluppo anatomico della bocca e le competenze miofunzionali ed articolatorie.
Altre domande d’integrazione sono state motivo di confronto per ciò che riguarda le tappe motorie significative e correlate all’emergere del linguaggio (esordio, durata e caratteristiche del gattonamento; età della deambulazione autonoma; organizzazione del gioco) e le abitudini alimentari post-svezzamento quali occasione di allenamento motorio della muscolatura linguale ed orale.
Per un profilo linguistico esaustivo, la logopedista ha posto domande concernenti la presenza e/o frequenza di patologie infiammatorie a carico del tratto rinogeno-uditivo (otiti, adenoiditi, allergie rinogene) e respiratorio in generale (bronchiti, apnee notturne) oltre a domande relative all’igiene nasale (conoscenza dei metodi più diffusi di lavaggio nasale profondo, fin dai primi giorni di vita).
È stato previsto, inoltre, in una fase progettuale intermedia, un incontro pubblico, di natura convegnistica, realizzatosi il 18 Maggio 2017, c/o la Sala Rotary della Biblioteca Comunale di Ortona (iniziativa collocata all’interno del programma nazionale “Il Maggio dei Libri-Leggere fa Crescere”), a partire dalle 17.30, con la collaborazione della stessa Biblioteca e dei Servizi della Prima Infanzia del Comune di Ortona (Nido e Cipì), al quale sono intervenuti i referenti dei servizi coinvolti oltre alla Società finanziatrice ed all’Amministrazione Comunale che ha patrocinato l’evento, che ha permesso di riflettere insieme sull’andamento generale del progetto ed individuare criticità e punti di forza, nell’ottica della ripetitività e ciclicità progettuale anche grazie ai numerosi interventi del pubblico, ricchi di spunti tecnico-teorici e pratici.
In tale occasione, la relazione di un professionista esperto, studioso dei disturbi del linguaggio e della comunicazione, il Dott. G. Falcone, Foniatra, Otorinolaringoiatra c/o la Clinica “Spatocco” di Chieti, ha permesso, alla platea (ricolma di insegnanti della Scuola dell’Infanzia e di genitori), la fruizione di consigli validi per una corretta stimolazione linguistico-comunicativa in età precoce.
Nel mese di Luglio 2017 sono stati organizzati due incontri di “restituzione finale” anche con le Educatrici/Operatrici dei Servizi alla Prima Infanzia interessati. Si è discusso sul progetto in sé, sulla possibilità di riproporlo, ampliandolo ed anche su ciò che è emerso, in generale, dall’indagine condotta, ripercorrendo insieme tutti gli step progettuali, dalla formazione iniziale delle stesse per la collaborazione al progetto fino al momento attuale.
Sono stati offerti suggerimenti pratici su come affrontare determinate situazioni problematiche (ritardi linguistici) ed è affiorata la volontà dell’attivazione di una collaborazione fattiva con il Consultorio Familiare A.Ge attraverso uno sportello logopedico-pediatrico, all’interno delle strutture che possa “funzionare”, con finalità preventive, di supporto e sostegno ai genitori utenti del Servizio ed al personale educativo (la figura del pediatra è risultata essere fondamentale, per il genitore, nel riconoscere affidabilità scientifica al progetto).
Tutto ciò è stato poi rimandato, come feedback, anche in una riunione finale con l’équipe responsabile del progetto, alla presenza del Direttore e del Presidente del Consultorio, in vista di progettazione futura.
Sulla base del materiale esaminato in questi due contesti educativi , si evince che:
1. le performances dei bambini frequentanti il Nido, come evidenziato dai questionari compilati dalle educatrici, risultano superiori rispetto alle notizie raccolte dai genitori: ciò denota, da un lato, una certa severità di giudizio da parte degli stessi che, pur attenendosi alla realtà, non hanno potuto approfondire tutte le aree d’interesse menzionate nei questionari, influenzanti lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione dei propri figli; dall’altro lato, la considerazione del Nido come Servizio educativo ed opportunità di crescita, un luogo, dunque, dove i bambini sono estremamente stimolati, pur dovendo trascorrere, all’interno della struttura, spesso per necessità, un numero di ore significativo. Il Nido, di fatto, negli anni, si è trasformato da servizio puramente assistenziale a servizio formativo, soprattutto grazie alla qualificazione del personale impiegato, in grado di garantire un primo percorso pedagogico esemplare ai piccoli utenti ;
2. le due modalità di compilazione dei questionari (completa-genitori; breve-operatori), per il Servizio ludico-educativo del Cipì, hanno evidenziato, invece, congruenza di risultati nelle performances dei bambini. Ciò rivela che i genitori aderenti al Cipì , sono fortemente motivati ed attenti allo sviluppo cognitivo dei loro figli: alcuni, infatti, scelgono, con consapevolezza, di frequentare esclusivamente il Centro Integrativo Prima Infanzia (piuttosto che il Nido) quale Servizio alternativo-innovativo volto ad avviare, precocemente, i piccoli, alla scoperta della lettura attraverso specifiche tecniche , adottate dal personale educativo e coinvolgenti il genitore quale promotore della relazione, prerequisito fondamentale per lo sviluppo armonico del bambino; altri scelgono di frequentarlo come preziosa integrazione ai luoghi educativi tradizionali (Nido e/o Scuola dell’Infanzia).
Come progetto pilota, nel complesso, “Perché non parla?” ha dato buoni risultati.
Il sistema dei colloqui di restituzione in presenza con i genitori è stato funzionale ed allo stesso tempo oltremodo impegnativo: molte le disdette, i continui rinvii e le difficoltà logistiche-organizzative legate ad una scelta che, a livello tempistico, ha fatto slittare il termine del progetto ma che, a livello socio-psico-pedagogico è stata vincente per l’instaurazione di quel clima di fiducia-affidamento che produce, poi, collaborazione nel genitore che si “apre” mettendosi in discussione, facendo, manifestando il cambiamento necessario per l’ottenimento di quei progressi sperati nel/la figlio/a.
Certamente, c’è ancora tanto da fare a livello di sensibilizzazione, di progettazione e di valutazione. L’utenza da coinvolgere è tanta, nonostante il comprensorio ortonese non sia eccessivamente esteso. Eppure, la necessità, tramite domanda esplicita di attivazione di percorsi di prevenzione del genere, è stata ampia e decisa, soprattutto da parte delle Insegnanti delle Scuole dell’Infanzia che hanno partecipato all’incontro-convegno pubblico, manifestando a voce alta, l’importanza di estendere tale progetto anche ai loro plessi, con la richiesta precisa della presenza delle figure professionali di riferimento , conduttrici del Progetto.
Si confida nella funzionalità e nel potenziamento della rete sociale, nella speranza di poter incidere, efficacemente, attraverso iniziative dedicate alla sensibilizzazione socio-culturale, su aziende/società private che imparino a credere in progetti come questo, sostenendoli anche economicamente (com’è avvenuto con la Società ASPM Commerciale Srl di Soresina che ha prima valutato giusto e, poi, permesso, attraverso erogazione di finanziamento, la concretizzazione di tale Screening), perché la vera forza della programmazione di interventi di prevenzione, inevitabilmente, nasce da questi presupposti fondamentali.

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