I Gruppi di Parola (GdP) sono una risorsa per la cura dei legami familiari nella separazione dei genitori: se n’è parlato il 3 dicembre a Roma, presso il Parlamento del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), in occasione dell’evento conclusivo di un progetto nazionale promosso dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (AGIA), in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto Toniolo di Studi Superiori.
Annunciata la pubblicazione sul sito dell’AGIA (www.garanteinfanzia.org) e dell’Università Cattolica (www.unicatt.it/consultoriofamiliare e https://progetti.unicatt.it/progetti-milan-psicologia-clinica-home) di una prima mappa dei Centri, in Italia, dove si realizzano i Gruppi di Parola, rilevati proprio dall’Università Cattolica, destinata ad essere aggiornata dinamicamente. Da essa è possibile ricavare i recapiti dei Centri attivatori dei GdP, regione per regione, ove presenti.
E, in questa importante occasione, è stato presente anche il Consultorio Familiare A.Ge Onlus di Ortona che, assieme al Consultorio Ucipem di Pescara, risulta attivatore di Gruppi di Parola per figli di genitori separati, in Abruzzo. Il Consultorio Familiare A.Ge, infatti, già dal 2016, ha avviato percorsi dedicati ai figli di genitori separati, a seguito di assegnazione di finanziamento regionale (in relazione a progettazione prevista da LR 95/95 e successive modifiche ed integrazioni – Piano Regionale d’Interventi in favore delle Famiglie 2014/2015), derivante da proposta progettuale sui Gruppi di Parola (per l’anno consultoriale 2014/2015), solo dopo, però, il conseguimento di formazione pertinente presso il Consultorio Familiare-Istituto Toniolo di Napoli.
All’evento ha preso parte anche Lorraine Filion, prima ideatrice dei gruppi per i figli di genitori separati, in Canada che, con tono deciso, ha proposto la sua collaborazione gratuita all’AGIA, per la realizzazione di una Carta dei doveri dei genitori separati verso i figli (concorde con il pubblico presente sulla necessità rilevata dall’esperienza dei GdP).
Cosa sono I GdP?
Sono un innovativo dispositivo psico-sociale, organizzato in 4 incontri totali, a cadenza settimanale, di 2 ore ciascuno, rivolto ai figli di genitori separati (suddivisi in gruppi omogenei che tengano conto dell’età anagrafica dei bambini-ragazzi, in base alle richieste, a partire dai 6 anni d’età fino ai 12 anni, con possibilità di coinvolgere anche la fascia d’età adolescenziale) che, attraverso contenuti stabiliti, trattano il tema della separazione/divorzio dei genitori e che, tramite la risorsa gruppale quindi di confronto diretto tra pari, permettono di superare le difficoltà derivanti da tale condizione vissuta, inevitabilmente, come traumatica, dolorosa.
La partecipazione ad un GdP prevede l’attivazione di un protocollo preciso per il quale, entrambi i genitori vengano informati, responsabilizzati e soprattutto, prerequisito fondamentale per l’adesione è non vivere una condizione di conflittualità alta in quanto la partecipazione del figlio/dei figli al GdP è vincolata al consenso di tutti e due. Nella seconda ora del IV incontro, inoltre, è richiesta, ineluttabilmente, la presenza di ambedue i genitori dei partecipanti al gruppo (richiesta di cui i genitori vengono a conoscenza da subito, già nella fase di informazione e sensibilizzazione iniziale e che deve essere assolta assolutamente per la buona riuscita del GdP).
Ad arricchire la mattinata formativa del 3/12, infatti, alcune testimonianze di genitori “testanti” l’efficacia dei GdP già conclusi, dunque sostenitori dello strumento, i quali hanno evidenziato la necessità di investire su percorsi del genere che sono di aiuto, supporto, sostegno non solo per i figli ma anche per loro stessi perchè permettono, attraverso la “sperimentazione” della loro presenza nella seconda ora del IV incontro previsto dal programma, di comprendere appieno gli effetti, sui propri figli, delle loro interazioni disfunzionali e conflittuali. L’opportunità, poi, di intraprendere un percorso post-GdP, riservato ai genitori, è fondamentale per “riorganizzarsi” consapevolmente sugli stili educativi e comunicativi da adottare nei confronti dei figli.
“Con i Gruppi di Parola bambini e ragazzi comprendono che l’esperienza della separazione dei genitori coinvolge anche altri coetanei. Insieme possono, infatti, condividere le emozioni ed esprimere il loro vissuto, con l’aiuto di professionisti specializzati. Parola, disegno, gioco e scrittura aiutano i bambini ad affrontare le difficoltà dei cambiamenti familiari e facilitano il dialogo con i genitori. La proposta che avanziamo è che i Gruppi di Parola entrino come misura strutturale nei Piani Nazionali per l’Infanzia e per la Famiglia” – Filomena Albano, Autorità Garante.
Dalla prima mappa, elaborata a livello nazionale, emergono regioni che hanno sviluppato quest’azione in maniera significativa ed altre che si stanno “attrezzando” per innestarla, sempre mediante formazione specifica e certificata da Enti accreditati ad erogarla.
Nella sessione pomeridiana della giornata formativa, riservata solo ai Conduttori dei GdP, c’è stato un confronto vivace, uno scambio “pedagogico” di esperienze relative a ciò che è già stato messo in cantiere, tra i professionisti provenienti da tutta Italia, assieme alla Filion, a Costanza Marzotto (Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) e a Paola Cavatorta (Responsabile del Consultorio Familiare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) oltre all’èquipe che ha condotto la ricerca e realizzato la mappatura nazionale in merito ai GdP attivi ed ai conduttori corrispondenti.
“Uno degli effetti più rivoluzionari della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, della quale è iniziato l’anno che porterà alle celebrazioni del trentennale, è la promozione di relazioni familiari non più basate sul concetto di autorità ma sul concetto di responsabilità nei confronti dei figli – prosegue la Garante – Questo porta a mettere al centro bambini e ragazzi ed evitare che situazioni di conflittualità e di crisi familiare possano arrecare loro danni. È la stessa direzione che percorre la Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori: dieci punti fermi che pongono al centro i figli e sono ispirati ai valori della Convenzione”.